Non è che non scrivo nel blog, è solo che ogni giorno scrivo e cancello.
Preferisco fare così.
Non è che non scrivo nel blog, è solo che ogni giorno scrivo e cancello.
Preferisco fare così.
G. si è svegliato presto questa mattina, il sole non è ancora sorto e l'unico suono che si sente è quello della pioggia.
Ogni goccia ovale e perfetta cade diagonalmente sulla sua finestra, creando figure ora felici, ora tristi, a volte incomprensibili. Si è alzato con qualcosa in testa, un pensiero fisso, martellante.
Gli attimi in cui un tuo amico ti canticchia una canzone e non te la togli più dalla testa. La canti, la pensi e il mattino dopo è ancora lì, magari non ti ha fatto dormire.
Il letto nella camera polverosa è ancora sfatto, non si rifà mai il letto, è legge.
La copertona in pile di topolino, il plaid a trama scozzese, le lenzuola con i delfini.
Quante cose inutili e becere ricoprono quella vecchia casa.
G. sbuffa, si lecca un labbro per inumidirlo e passa la sua esile mano tra i capelli finalmente lunghi, lunghi e sporchi.
Ha aspettato tanto per farli crescere, per essere diverso, ha aspettato anche che arrivasse la barba, che arrivassero i baffi, per essere un uomo, irriconoscibile, altro che faccia da bravo ragazzo.
I capelli colano olio, coprono le orecchie, parte del volto e si fermano a metà della schiena.
L'era delle magliette con stampa dietro è finita, benvenute camicie sdrucite e tristi.
La pioggia non smette, mentre con passo apparentemente deciso si avvicina verso la buca delle lettere, da lì a quell'ora, vede svolazzare una bustina lilla, come la mucca.
Qualche attimo e la busta cade per terra, nessun rumore ovviamente.
G. stropiccia gli occhi, toglie via qualche caccola e si piega come una gru sul contenitore cartaceo. Le dita lo afferrano con forza, lo studiano per vedere cosa c'è dentro, poi l'intelligenza ha il sopravvento: lo apre.
Istanti di vuoto, di nuovo, come cazzo si dice Momento in inglese? Come si dice? è tutta la mattina che ci pensa, tutta la notte, eppure non ricorda, sa che è una cazzata, ma non ricorda.
Si mette il naso tra indice e pollice e chiude gli occhi sforzandosi, la fronte si corruccia, ritorna in sè e legge il contenuto della busta, una lettera di un lilla più chiaro si fa strada nella sua mente.
Ecco come si dice. La busta è chiara, in centro ad una distanza perfetta da ogni angolo del foglio campeggia una scritta nera : Momentum.
Si dice Momentum, ecco.